Le batterie per i gruppi statici di continuità – o UPS (Uninterruptible Power Supply) – apportano un grande contributo in caso di black out poiché forniscono energia agli apparecchi ai quali sono collegati, per evitare danni o perdite di dati.
Com’è costruito un UPS
Un UPS è un apparecchio costituito da almeno 3 parti. Vi è un primo convertitore AC (alternata/continua) che, grazie ad un filtro e ad un raddrizzatore, converte la tensione alternata della rete elettrica in tensione continua; vi è poi una o più batterie di accumulatori in cui viene immagazzinata l’energia fornita dal primo convertitore. A questo punto entra in azione il secondo convertitore CA (continua/alternata) dell’UPS che preleva l’energia dal raddrizzatore o dalle batterie in caso di mancanza di energia elettrica e la trasforma in corrente da fornire all’apparecchio a cui è collegato.
Le batterie per i gruppi di continuità
Le batterie per i gruppi di continuità hanno un ruolo fondamentale nei luoghi in cui non si può assolutamente rimanere privi di corrente, come ad esempio gli ospedali. Inoltre sono essenziali per tutte quelle aziende che hanno la necessità di ovviare all’eventuale perdita di dati importanti dovuta a black-out improvvisi. Solitamente le batterie per i gruppi di continuità sono da 12 volt; è opportuno precisare che all’interno di una singola apparecchiatura si può installare anche una serie di 20 batterie, equivalenti ad una tensione di 240 volt. Oltre a fornire un’autonomia utile a mantenere acceso il dispositivo in caso di interruzione di corrente, le batterie per i gruppi di continuità proteggono i componenti interni degli apparecchi da sbalzi di energia che potrebbero danneggiare o bruciare l’hardware.
Come funziona la batteria dell’UPS
Nel momento in cui il dispositivo resta sprovvisto di alimentazione elettrica, la batteria dell’UPS interviene prontamente azionando il proprio inverter interno. Ciò permette di trasformare l’autonomia delle batterie stesse in corrente alternata, alimentando dunque l’apparecchio il tempo necessario per salvare i dati e spegnerlo correttamente. Per quel che riguarda invece gli sbalzi di tensione, l’UPS è dotato di filtri interni chiamati EMI che puliscono e stabilizzano la corrente proveniente dalla presa prima di giungere agli apparecchi connessi. Ciò consente di allungare notevolmente la vita dei componenti interni. La batteria dell’UPS viene definita a scarica profonda perché, a differenza delle comuni batterie al piombo, supporta molti cicli di scarica profondi.
Due differenti tipi di UPS a batteria: online o offline
Gli UPS a batteria si suddividono in due categorie: online e offline. Per quel che riguarda i primi, essi eliminano i disturbi prodotti dalla rete elettrica attraverso la doppia conversione, ma hanno un consumo decisamente maggiore rispetto a quelli offline. Infatti in questi modelli il raddrizzatore e l’inverter rimangono sempre attivi e, qualora sopraggiungesse un black out, l’inverter si alimenterà attraverso l’energia della batteria dell’UPS conducendola all’apparecchio collegato. I gruppi di continuità offline, invece, sono più economici ma erogano energia solo per 5-10 millisecondi dopo l’interruzione di corrente. In questo caso utilizzano dei condensatori in uscita che però non sempre sono sufficienti a mantenere l’alimentazione del carico.